Per fare questo abbiamo bisogno di lavorare assieme, con la consapevole
orse appare caotica e confusionaria.
In questa fase è facile fare errori e le conseguenze inevitabilmente ricadrebbero sui cittadini.
Sì, forse stressiamo un po' le parole ma non tradiamo il concetto espresso dal nostro coordinatore regionale, se in una battuta sintetizzassimo così l'intervento: "Essere esigenti è un dovere morale" ma soprattutto una scelta metodologica necessaria per ottenere risultati tangibili e sostenere il nostro welfare.
La nostra società ha tante criticità dalla dispersione scolastica a livelli inaccettabili di disoccupazione e povertà. Abbiamo bisogno di ridurre le diseguaglianze con servizi efficaci e di qualità affinché gli stessi servizi siano vissuti e fruiti in modo dignitoso dagli operatori e dagli utenti.
C'è bisogno di #legalità #civiltà #onestà.
La Cooperazione Sociale, le APS e le ODV sono parte di una società civile organizzata, responsabile della costruzione e della difesa del Bene Comune. Le capacità e le competenze delle diverse organizzazioni possono contribuire a sviluppare una nuova #economiacivile all'interno della quale lo scambio diventa relazione e coesione sociale. Essere consapevoli del proprio ruolo significa: saper dialogare in modo strutturato con la Pubblica Amministrazione, non essere né subalterni, né limitarsi a ricoprire un ruolo strettamente funzionale a progetti politici personali.
Bisogna avere il coraggio di portare temi e argomentazioni politiche. La forte preoccupazione per una legge che parla di autonomia differenziata e di livelli essenziali delle prestazioni (LEP) ma di fatto traduce in legge l'ipotesi di una regionalizzazione della scuola e degli stessi livelli essenziali delle prestazioni è un argomento politico e soprattutto una questione di diritti sociali.
Il divario tra Nord e Sud allora non sarebbe solo incolmabile, ma sarebbe accettato come strutturale. Le regioni del Sud avrebbero servizi e prestazioni differenti, il diritto allo studio, in maniera uguale su tutto il territorio nazionale, sarebbe negato. Programmi, strumenti e risorse sarebbero differenti e differente sarebbe la "presa in cura" nonché il diritto di cittadinanza. Questo non può essere accettato. Arrendersi alla povertà, all'esclusione, alla diseguaglianza non è un progetto che può appartenere alla cooperazione sociale associata a Legacoop.
C'è ancora spazio per interrogarsi sull'uomo?. La domanda è posta a partire dall'assunto antropologico "homo homini natura amicus" ricordato da Vittorio Pelligra, professore di economia, Università degli Studi di Cagliari nell'intervento di apertura. "Ogni uomo è per natura amico dell'altro uomo".
Il pensiero richiamato da Pelligra è quello di Antonio Genovesi. Più attuale oggi che nel Settecento, lontano dalla visione riduttivista della scienza economica, Genovesi considera la persona come equilibrio di due forze: l'interesse per sé è concepito dentro la solidarietà sociale. Il soggetto è inteso come realtà relazionale destinato alla mutua assistenza e alla reciprocità. Una realtà capace di raggiungere la felicità solo in relazione alla felicità degli altri. La domanda sull'uomo e sul suo cominciamento può essere posta proprio a partire dalla reciprocità, lontana da logiche mercantiliste che svuotano il senso profondo del vivere in società.
Le parole del filosofo napoletano illuminano la via più di quanto siamo disposti a riconoscere, e sembra quasi che il salto da fare sta nel riconoscimento valoriale delle diverse culture organizzative del lavoro perché Implementate su un nuovo paradigma economico -sociale più giusto, equo e democratico che rifiuta il concetto di scarto promuove il concetto di umanità.
MM