Martina Montis
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11 Feb
11Feb

Sanluri, il 10 febbraio iniziano i lavori congressuali del Forum del Terzo Settore Sardegna. A cinque anni dalla sua costituzione il Forum avvia una riflessione profonda sul proprio ruolo e  mandato. La Presidenza è composta da Fernando Nonnis e dalla portavoce Stefania Gelidi.

La voce di Legacoopsociali si fa sentire attraverso il suo vicepresidente nazionale e coordinatore regionale #AndreaPianu. "[...] è necessario scegliere le priorità per garantire un futuro degno ai cittadini sardi". 

Per fare questo abbiamo bisogno di lavorare assieme, con la consapevolezza che il Forum del Terzo Settore rappresenta tre soggettività distinte". Tre soggettività da non restituire alla Pubblica Amministrazione in modo disorganizzato e approssimativo".  

Diventa rischioso, infatti, non essere consapevoli del proprio ruolo e del processo di cambiamento che si vuole portare avanti, soprattutto quando la pianificazione pubblica delle risorse appare caotica e confusionaria.  

In questa fase è facile fare errori e le conseguenze inevitabilmente ricadrebbero sui cittadini. 

Sì, forse stressiamo un po' le parole ma non tradiamo il concetto espresso dal nostro coordinatore regionale,  se in una battuta sintetizzassimo così l'intervento: "Essere esigenti è un dovere morale" ma soprattutto una scelta metodologica necessaria per ottenere risultati tangibili e sostenere il nostro welfare.

La nostra società ha tante criticità dalla dispersione scolastica a livelli inaccettabili di disoccupazione e povertà. Abbiamo bisogno di ridurre le diseguaglianze con servizi efficaci e di qualità affinché gli stessi servizi siano vissuti e fruiti in modo dignitoso dagli operatori e dagli utenti. 

C'è bisogno di #legalità  #civiltà #onestà

La Cooperazione Sociale, le APS e  le ODV sono parte di una società civile organizzata, responsabile della costruzione e della difesa del Bene Comune. Le capacità e le competenze delle diverse organizzazioni possono contribuire a sviluppare una nuova #economiacivile all'interno della quale lo scambio diventa relazione e coesione sociale. Essere consapevoli del proprio ruolo significa: saper dialogare in modo strutturato con la Pubblica Amministrazione, non essere né subalterni, né limitarsi a ricoprire un ruolo strettamente funzionale a progetti politici personali.

Bisogna avere il coraggio di portare temi e argomentazioni politiche. La forte preoccupazione per una legge che parla di autonomia differenziata e di livelli essenziali delle prestazioni (LEP) ma di fatto traduce in legge l'ipotesi di  una regionalizzazione della scuola e degli stessi livelli essenziali delle prestazioni è un argomento politico e soprattutto una questione di diritti sociali. 

Il divario tra Nord e Sud allora non sarebbe solo incolmabile, ma sarebbe accettato come strutturale. Le regioni del Sud avrebbero servizi e prestazioni differenti, il diritto allo studio, in maniera uguale su tutto il territorio nazionale, sarebbe negato. Programmi, strumenti e risorse sarebbero differenti e differente sarebbe la "presa in cura" nonché il diritto di cittadinanza. Questo non può essere accettato. Arrendersi alla povertà, all'esclusione, alla diseguaglianza non è un progetto che può appartenere alla cooperazione sociale associata a Legacoop. 

C'è ancora spazio per interrogarsi sull'uomo?. La domanda è posta a partire dall'assunto antropologico "homo homini natura amicus" ricordato da Vittorio Pelligra, professore di economia, Università degli Studi di Cagliari nell'intervento di apertura. "Ogni uomo è per natura amico dell'altro uomo".

Il pensiero richiamato da Pelligra è quello di Antonio Genovesi. Più attuale oggi che nel Settecento, lontano dalla visione riduttivista della scienza economica, Genovesi considera la persona come equilibrio di due forze: l'interesse per sé è concepito dentro la solidarietà sociale. Il soggetto è inteso come realtà relazionale destinato alla mutua assistenza e alla reciprocità. Una realtà capace di raggiungere la felicità solo in relazione alla felicità degli altri. La domanda sull'uomo e sul suo cominciamento può essere posta  proprio a partire dalla reciprocità, lontana da logiche mercantiliste che svuotano il senso profondo  del vivere in società.

Le parole del filosofo napoletano illuminano la via più di quanto siamo disposti a riconoscere, e sembra quasi che il salto da fare sta nel riconoscimento valoriale delle diverse culture organizzative del lavoro perché Implementate su un nuovo paradigma economico -sociale più giusto, equo e democratico che rifiuta il concetto di scarto promuove il concetto di umanità.

MM